LUCIO FULCI, 1927-1996

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IL CARTERACCIO -The Original-
view post Posted on 15/10/2007, 12:53




Fulci da giovane è un animo ribelle, uno che non vuol mettere la testa a posto, tanto che i genitori lo cacciano di casa. La sua famiglia molto borghese non può allevare un rivoluzionario in seno. Lui si mette a vagare per Roma, povero in canna con un maglione verde fuori e giallo dentro che quando vuole cambiare d'abito rigira. Vive a casa di amici pittori, presenta spettacoli di jazz (la sua vera passione a parte il cinema) e scrive canzoni. In questo periodo conosce pure Luisa Federici, una donna bella e ricca che lo fa innamorare, ma alla fine i due si lasciano per la differenza sociale. La separazione da Luisa è la spinta decisiva che lo porta a fare cinema e a iscriversi al Centro Sperimentale di Cinematografia. Fulci in questo periodo collabora al "Messaggero" come critico (è vice di Alfredo Orecchio), si occupa di cinema, arte e musica. Si laurea pure in medicina ma non eserciterà mai, il bisturi non fa per lui, né tanto meno la condotta medica. Utilizzerà le conoscenze anatomo-patologiche per le più riuscite sequenze dei suoi film gore e splatter. L'esame di ammissione al Centro Sperimentale di Cinematografia vede una giuria composta da Luchino Visconti (presidente), Umberto Barbaro, Michelangelo Antonioni, Pietro Germi, Lucio Battistrada e Antonio Pietrangeli. Viene ammesso con il massimo dei voti da Visconti, anche se Fulci non risparmia critiche a Ossessione e dice che ci sono un sacco di inquadrature copiate da Renoir. Fulci dimostra subito un carattere anarchico e ribelle, poco incline alla disciplina e a qualsiasi tipo di servile compromesso. Sarà anche per questo che lo amiamo. Comincia a lavorare nel cinema per cinquantamila lire al mese come aiuto di Aldo Vergano ne La Terra Trema di Luchino Visconti. Fa tre documentari con Carletto Romano: Una Lezione di Sistema con Fulvio Bernardini di argomento calcistico, Il Sogno di Icaro sul volo e Pittura Italiana del Dopoguerra, con Massimo Girotti, prodotto da lui e altri amici pittori. Sceneggia un film di Mauro Bolognini (mai realizzato) che si doveva intitolare "Jack il Rugginoso".
Bolognini presenta Fulci a Steno che però non lo prende come aiuto. Allora lui si riconcilia con il padre e va a lavorare nella sua fabbrica. Per fortuna Steno cambia idea perché l'aiuto non va d'accordo con Totò e lo manda a chiamare. Fulci fa molti film con Steno e Totò, scrive almeno quindici sceneggiature e si fa una fama con L'uomo, la Bestia e la Virtù, scritta con Vitaliano Brancati e tratta da una commedia di Pirandello che tra l'altro a Fulci non piace per niente. Ne viene fuori un film travagliato dove lavorano Totò, Orson Welles e Viviane Romance. Sono troppi tre mostri sacri da gestire in una sola volta. Durante la lavorazione di questo film conosce pure Sergio Leone che fa l'aiuto.
Fulci fa per molto tempo solo l'aiuto regista e lo sceneggiatore. Esordisce in proprio nel 1948 seguendo come assistente la seconda unità sul set de Gli Ultimi Giorni di Pompei. Fulci è autore capace di passare con disinvoltura dalla scrittura di drammoni come Schiava del Peccato a film comici come Totò all'Inferno, dove si intravede la sua propensione per l'horror. Autore geniale, in collaborazione con altri, di molti copioni interpretati da Totò, da Alberto Sordi, e da molti altri. Fulci continua a fare lo sceneggiatore pure dopo aver cominciato l'attività da regista e firma pellicole come Nerone '71, Il Sangue e la Sfida, I Due Crociati, A Doppia Faccia (suo primo thriller d'impianto hitchcockiano, diretto dal papà dell'horror italiano: Riccardo Freda), Ettore Lo Fusto, Sette Cervelli per un Colpo Perfetto, La Gabbia e Night Club. L'esordio di Fulci alla regia è datato 1959 con i film: I Ladri e I Ragazzi del Juke-Box. I Ladri è il suo primo film e lo fa per merito di Totò che lo richiede espressamente. Tra Fulci e Totò c'è sempre stato un rapporto di stima reciproca e di affetto, pure se Totò era un tipo strano e imprevedibile, si faceva leggere i copioni, si dava arie da principe e da erede del trono di Bisanzio. Ne I Ladri ci sono pure Giovanna Ralli e Fred Buscaglione e la storia racconta di un mafioso che nasconde i soldi dentro ai barattoli di marmellata, soldi che ovviamente finiscono nelle mani sbagliate. In questo periodo Fulci molla Steno e collabora come redattore alla "Settimana Incom", un cinegiornale di moda. Si sposa, pure se non ha una lira e per questo accetta di fare I Ladri con Totò, il primo film che gli capita basato su una sceneggiatura di Nanni Loy. I rapporti con Totò si rompono poco tempo dopo, quando il Principe sospetta che Fulci abbia avuto rapporti con Franca Faldini, il suo grande amore. Fulci allora dirige I Ragazzi del Juke-Box che vede all'opera Mario Carotenuto, Tony Dallara, Betty Curtis, Adriano Celentano e Fred Buscaglione ed è il più classico dei musicarelli. Un film dalle notevoli esibizioni canore che racconta il passaggio dal gusto per la canzone melodica alla Claudio Villa a quello degli urlatori alla Celentano.
Un film fatto per poche lire, per lavorare e mantenere moglie e due bambine. Un film che lancia il personaggio di Adriano Celentano, al tempo niente più che un orologiaio stonato di Milano.
In questo periodo Fulci tenta di iscriversi a "Lascia o Raddoppia", la popolare trasmissione televisiva, come esperto di Proust (uno dei suoi grandi amori letterari) ma viene rifiutato perché di Proust in televisione non si può parlare: è omosessuale.
Fulci conosce Franco Franchi e Ciccio Ingrassia all'avanspettacolo che frequenta con i suoi amici intellettuali e li vede perfetti per costruire una coppia comica all'italiana, una comicità fatta di gag alla Gianni e Pinotto e alla Buster Keaton. Fulci ha sempre avuto con Franco e Ciccio un buon rapporto, tanto che insieme a Franco ha fatto pure la trasmissione televisiva "Un Uomo da Ridere". Il duo comico lo ha inventato lui, disponendo pure che Ciccio doveva essere il serioso, il colto e Franco invece il "mamo" (lo sciocco). Fulci fa una cosa storica per il cinema di intrattenimento italiano e quando Franco e Ciccio saranno rivalutati come meritano pure la critica colta lo dovrà ammettere. Pure se la critica importante disprezza Fulci e gente come Tullio Kezich farebbe meglio a guardare i film prima di stroncarli per partito preso. Si tratta di una sorta di razzismo intellettuale compensato dal fatto che i giovani e chi ama davvero il cinema apprezza Fulci.
Le Massaggiatrici (1962) inaugura la collaborazione tra Fulci e la coppia comica ma è una farsetta da dimenticare che vede all'opera pure Ernesto Calindri e la bella Sylva Koscina. I Due della Legione Straniera (1962) è il secondo Franco e Ciccio movie con Alighiero Noschese, Aldo Giuffrè e Rosalba Neri.
Nel 1964 Fulci gira I Maniaci, un'innocua satira dell'Italia del boom dallo sport alla politica, al collezionismo, a tutte le manie fonte di stress e di ansia.
Le Colt Cantarono la Morte e fu… Tempo di Massacro (1966) è il primo spaghetti western di Fulci interpretato da un redivivo Franco Nero che combatte contro un sadico Nino Castelnuovo, delinquente armato di frusta e pistole. Nel suo genere è un film imperdibile, uno dei migliori western italiani mai girati, violento al punto giusto e con la sorpresa di una colonna sonora che contiene una canzone interpretata da Sergio Endrigo e composta dallo stesso cantautore con la collaborazione di Fulci e Bardotti. Per questo film Alberto Moravia conia la definizione di film artaudiano che poi Fulci farà sua e citerà sempre per definire il suo cinema. In ogni caso è vero che il regista usa le intuizioni di Artaud e del suo teatro della crudeltà.
Operazione San Pietro (1968) è il primo film di Fulci con protagonista Lando Buzzanca, all'epoca attore comico di grido, ispirato a Operazione San Gennaro di Dino Risi (1966) ma non dotato di una sceneggiatura all'altezza. C'è pure Edward G. Robinson che ha quasi ottant'anni ed è ormai rimbambito. Una sull'Altra (1969) è il primo thriller diretto da Fulci e di questo parleremo perché oggetto diretto della nostra trattazione.
Beatrice Cenci (1969) sorprende tutti pure perché tra gli interpreti c'è Tomas Milian (non ancora Er Monnezza), un drammone storico che sottolinea soprattutto i momenti truculenti ed erotici della vicenda. Remake di un remake, infatti una Beatrice Cenci era stata girata in passato da Riccardo Freda (1956) e prima ancora da Guido Brignone (1941). C'è chi lo considera un capolavoro di Fulci, in ogni caso resta una lettura originale di un melò storico. L'anno di Beatrice Cenci è per Fulci un anno tragico perché c'è il suicidio della moglie dopo una diagnosi infausta di tumore. Fulci resta solo con le due figlie e come se non bastasse muore pure sua madre.
Fulci rompe il sodalizio con Franco e Ciccio per non restare legato al loro nome e per aprirsi una strada propria nel mondo del cinema.
Il Fulci migliore si comincia ad apprezzare con Una Lucertola con la Pelle di Donna (1971) interpretato da Florinda Bolkan e Jean Sorel. Un bel thriller erotico, onirico e psichedelico, molto spinto per il periodo soprattutto per gli accenni saffici. Effetti speciali di Rambaldi, musiche di Ennio Moricone, fotografia di Luigi Kuveiller.
All'Onorevole Piacciono le Donne (1972) con Lando Buzzanca e Laura Antonelli è una satira graffiante e riuscita dell'Italia democristiana che presenta un'interessante parte onirica e alcune sequenze erotiche molto piccanti. Non si Sevizia un Paperino (1972) è per molti il capolavoro consacrato di Lucio Fulci. Da questo film in poi orrore e sangue circolano sempre più nelle pellicole del regista.
Zanna Bianca (1973) e Il Ritorno di Zanna Bianca (1974) sono due film per ragazzi ispirati al romanzo di Jack London che hanno avuto molti imitatori e tanti sequel apocrifi. Fulci li fa solo per denaro, li definisce due "marchettoni", ma resta il fatto che sono due successi al botteghino.
Nel 1979 c'è il mitico Zombi 2, una pietra miliare del cinema horror italiano. Gli zombi di Fulci rappresentano gli uomini di potere che per abbatterli occorre un colpo in fronte, ma sono meno sociologici degli zombi di Romero. Sono solo esseri fantastici.
Il 1981 è un anno importante che consacra Fulci poeta del macabro e unico vero e grande regista di horror puro all'italiana. Escono: L'Aldilà (sovrattitolato: …e tu Vivrai nel Terrore), Black Cat e Quella Villa Accanto al Cimitero. Nel 1982 è la volta di Manhattan Baby e de Lo Squartatore di New York. Ormai Fulci ha capito qual è la sua strada e alterna orrore puro a thriller orrorifico e sanguinolento. Fulci stesso afferma in numerose interviste che per lui è più facile scrivere un horror che un giallo-thriller e in termini di tempo dice che per l'horror basta un mese mentre il giallo ne richiese almeno sei. Questo perché l'horror nasce da una buona idea centrale che poi si sviluppa da sola, il thriller invece ha meccanismi molto più complessi. Fulci scrive molti film insieme a Dardano Sacchetti, un ottimo autore di cinema che ogni tanto si ispira a qualche grande tipo Stephen King, ma non è una cosa così negativa. L'importante è non copiare ma rielaborare e questo è quel che la coppia Fulci - Sacchetti ha sempre fatto. Sono entrambi due autori di grande cultura e sanno tirare fuori qualcosa di nuovo da vecchie idee. Fulci ama molto Edgar Allan Poe e il film Black Cat è una sorta di omaggio al grande scrittore. Al contrario giudica Lovecraft noioso ma lo rispetta come un grande autore. Secondo noi, pure se Fulci lo ha sempre negato, Lovecraft ha influenzato il suo cinema dell'orrore. Da ricordare tra questi film una scena che lo stesso regista reputa la migliore del suo cinema horror. Il finale di Quella Villa Accanto al Cimitero con lo spettacolo agghiacciante del mostro composto da membra di cadaveri. Manhattan Baby invece presenta l'omaggio al maestro Hitchcock con la scena degli uccelli, pure se i volatili sono imbalsamati.
I Guerrieri dell'Anno 2072 (1983) è considerato un capolavoro del fantastico all'italiana, un postatomico fantascientifico che si svolge in un futuro dove Roma ha un ruolo di potere imperiale. Ci sono i network televisivi che gestiscono le riprese degli scontri tra gladiatori al Colosseo. I detrattori dicono che è un remake di 1997: Fuga da New York, facendo derivare il film da un filone apocalittico tutto nostrano che fonde il film di John Carpenter con I Guerrieri della Notte di Walter Hill. Alla base c'è la buona idea (oseremmo dire profetica, forse di derivazione Orwelliana) della televisione che nel futuro avrebbe portato sempre più violenza e che ci avrebbe seguito ovunque. Pure Joe D'Amato, come anche Enzo G. Castellari, fece qualcosa di simile con Anno 2020: I Gladiatori del Futuro.
[Dopo alcune complicazioni alla sua salute] Fulci gira Un Gatto nel Cervello (1990), un film autobiografico e di montaggio, realizzato con spezzoni di lavori precedenti, che lui ama molto pure se è consapevole che gli effetti speciali sono poveri e che si poteva fare di meglio. Infine conclude la carriera con Voci dal Profondo (1991) tratto da un suo racconto omonimo e realizzato con un budget troppo limitato per essere un buon film, Demonia (1991), un pessimo tonaca movie dalla fotografia sbagliata, con tanto di indemoniate e Le Porte del Silenzio (1991), film senza una goccia di sangue, triste e addirittura bergmaniano, tratto da un suo racconto omonimo, interpretato dal bravo John Savage e prodotto da Aristide Massaccesi, alias Joe D'Amato.
Mario Bava è stato un grande sceneggiatore, Riccardo Freda un tecnico perfetto, Dario Argento un grande artigiano un po' geniale. Lucio Fulci invece resta unico e inimitabile creatore di un cinema del dubbio e dell'incertezza dove il gore e lo splatter sono soltanto un gioco. Si è trovato a fare il regista horror per caso, dopo Zombi 2.
Ci piace ricordare una sua definizione di volgare: "Il volgare al cinema è un brutto film." Niente di più vero.
Lucio Fulci muore a Roma il 13 marzo del 1996 rimpianto dai molti fans e dimenticato da una critica che lo ha sempre bistrattato e che solo adesso lo sta riscoprendo.
Gordiano Lupi


 
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