| Il film "Le streghe" è diviso in cinque episodi, quello di Totò è diretto da Pier Paolo Pasolini, insieme avevano già girato "Uccellacci e uccellini", che fu un grandissimo successo, stavolta più di critica che di pubblico. Il Totò di "Uccellacci e uccellini", evidentemente non era il Totò delle "totoate", quelle che facevano impazzire il mondo e fanno impazzire ancora oggi intere generazioni. Tra i motivi che oggi ci spingono a ricordare Totò ci sono proprio quelle "totoate", che in "Uccellacci e uccellini" sono presenti, ma sono completamente diverse da quelle che Totò improvvisava in teatro e in molti dei suoi film precedenti. L'episodio con Totò ha per titolo "La terra vista dalla luna", e Totò interpreta il ruolo di Ciancicato Miao, appena rimasto vedovo, e con un figlio, interpretato da Ninetto Davoli. La scena comincia in un cimitero, e Totò piange sulla tomba della moglie Crisantema. Ciancicato Miao è un impegato comunale, anche se non lo si vede mai al lavoro, lo dice lui mentre parla con suo figlio in una delle prime inquadrature dell'episodio. Morta sua moglie Crisantema, Cianciato si fa anima e coraggio parlando con suo figlio: "Sono impiegato al comune, c'ho una casetta... oddio, tanto brutto poi non sono... e vuoi che non trovi una donna? Che faccia da moglie a me e da madre a te!". Totò la vorrebbe "mora mora mora", ed invece a Ninetto piacerebbe "bionda", i due concordano: l'essenziale è che non sia rossa. Forse un doppio fine, uno politico, in questa battuta. Totò, come è stato fatto notare all'epoca (1967) e come più volte si è detto, nel film sembra Pampurio, e fa tenerezza vederlo vicino a Ninetto per le periferie semideserte, un pò come già accaduto in "Uccellacci e uccellini". Ciancicato Miao dopo vari tentativi trova una moglie, Assurda Caì, da lui chiamata Assurdina, interpretata da una grande, grandissima Silvana Mangano. Assurda è un personaggio fantastico, assurdo, mistico. Ha i capelli che sembrano quelli di una fata, un vestitino verde che sembra essere lo stelo di un fiore, ed un sorriso dolce e amaro. E' sordomuta. Ciancicato e Assurda si sposano, nella chiesa oltre al prete e ai due innamorati, anche il giovane Miao e un gattino (che anche lui risponde "Maio" quando il prete non ricorda il cognome di Totò). La casa in cui vive Totò è triste, una catapecchia. Assurdina vuole metterla a posto, e fa chiudere gli occhi a Ninetto e Totò. Mentre rovista in quell'assoluto disordine, Assurdina trova ed accarezza un quadro con l'immagine di Charlie Chaplin nei panni di Charlot. Charlot unisce tre verità del film: la trama tragicomica, Assurdina muta (infatti il personaggio di Charlot ha raramente aperto bocca per parlare nei suoi film), il personaggio di Totò, il grande comico al servizio di una storia umana e fantastica. "L'uomo non è mai contento di ciò che ha", e i tre Miao, vorrebbero comprare un'altra casa, più bella, moderna. Servono dei soldi che la famiglia Maio non ha. Cianciato escogita un piano: Assurdina deve salire sul Colosseo a Roma, e fingersi di suicidardi, così che la gente impietosita dalla tragica situazione, possa donare qualcosa a questa famiglia tanto sfortunata. Si organizza il tutto... Assurdina finge di voler suicidarsi, ma una coppia di turisti, lascia cadere sotto l'arco in cui si trova Assurdina, una buccia di banana, che fa scivolare giù Assurdina che muore sul colpo. Totò e Ninetto piangono ancora su una tomba, stavolta della seconda moglie di Ciancicato. Tornando a casa tristi, appare loro Assurdina, con una pentola di pasta lessata, ed invita Totò e Ninetto ad entrare nella loro vecchia abitazione. I due prima si spaventano, ma dopo accettano il fatto: Assurdina è morta, ma è viva per loro. Totò la tocca ed esclama "E' tutta ciccia!". La vita è un sogno, e la morte è il limite del sogno. Totò continua a sognare, Totò continua a vivere... Morale che ci regala Pasolini: Essere morti o essere vivi è la stessa cosa! Un film da rivedere tante volte, soprattutto per la presenza di attori come Totò, Alberto Sordi, Clint Eastwood, Annie Girardot e Ninetto Davoli, e naturalmente la grande Silvana Mangano.
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