IL PICCOLO TOTO', Quando Totò era il "piccolo Antonio"

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Pamabu
icon12  view post Posted on 18/7/2007, 16:32




Tutti sanno (almeno coloro interessati al mondo di Totò) che il Principe Antonio De Curtis, figlio di Anna Clemente e del marchese Giuseppe De Curtis, nacque in una casetta al primo piano di Via Santa Maria Antesecula n.107.
Una casa che ho avuto il piacere di vedere due volte, di entrarci, di respirare l'aria di una Napoli che forse non c'è più, o che vive o sopravvive solo in alcune zone. Totò nacque in una Napoli che sospirava, nello stesso anno in cui fu scritto anche un capolavoro come "'O sole mio" (la leggenda della canzone vuole sia stata scritta dagli autori non a Napoli).
Finiva l'Ottocento, e il mondo stava per vivere l'alba di un grande secolo: un secolo di guerre che hanno fatto tante vittime, un secolo di artisti e di talenti non sempre onorati come si deve, un secolo di scoperte, di uomini sulla luna, di film brutti e parodie belle di film brutti! Il Novecento fu il secondo del boom economico, ma anche della fame. La fame ancestrale, la fame triste, la fame che era veramente fame, praticamente la fama di Totò, vissuta però sempre con orgoglio e con onestà.
Non si sa se Totò nacque piangendo o nacque ridendo, sta di fatto che per la madre Anna, il figlio fu una punta d'orgoglio, lei aveva appena sedici anni, e il piccolo Antonio la poteva legare ancora di più al marchese De Curtis, bello si, ma non ricchissimo! Sicuramente Anna voleva farsi sposare, e forse non le bastavano gli appuntamenti di passione, che facevano intristire il povero Totò. La madre, capitava, che di sera si preparasse per andare dal Marchese De Curtis, e lasciava Totò in quella casetta con due stanze, nemmeno tanto grandi, ma che sembravano enormi se paradossalmente, erano abitate da Totò in compagnia della solitudine. Con Totò, però rimaneva spesso nonna Teresa! Ma la mamma è la mamma!
Liliana De Curtis racconta molto bene nel suo libro "Totò, femmene e malefemmene", il rapporto del piccolo Antonio con sua madre Anna, chiamata da tutti Nannina (piccola Anna). Nelle parole di Liliana troviamo un Totò pieno di buona volontà, con tanta voglia di guadagnarsi da vivere con una cosa che gli riusciva bene: recitare! Totò diceva sempre a sua madre "Me piace 'o teatro", la madre non lo capiù dalle prime "recite casalinghe", ma passò qualche anno prima che la signora Clemente (che avrebbe poi sposato De Curtis), credesse veramente nelle potenzialità di quel figlio tanto diverso dagli altri ragazzini della Sanità.
Totò era un bambino d'amore, non si vergognava di essere nato povero, ma sognava un futuro diverso, ma voleva guadagnarselo! Guadagnò fama, ricchezza e successo grazie non solo alla sua arte immensa, ma anche grazie alla sua forza. Non era il tipo che si arrendeva subito, e così faceva anche da bambino.
Che bambino era Totò? Giocava anche lui? Certo, giocava come giocano tutti i bambini del mondo... era pieno di creatività, si improvvisava impresario di pompe funebre per animali, si metteva a dir messa nella camera da letto della sua casa alla Sanità, si fidanzava con tutte le ragazzine del quartiere... teneva molto alla cura della persona. Era un Principe... una volta la madre disse "Antò tieni il sangue blu", lui si fece un graffietto per far fuoriuscire una goccia di sangue, e disse prontamente alla madre "Non preoccuoparti, vedi? Il mio sangue non è blu". In realtà Totò era un Principe, ma non come tutti gli altri, era il "Principe Buono" e generoso amato da molti, infatti, e memoria d'uomo, Totò non ha mai negato un favore a nessuno, ed è stato sempre dalla parte dei puù deboli.. del resto, la vita e le esperienze insegnano! Mai però fargli un torto, uno sgardo o offenderlo... ma giusto così!
Quando entrai nella casa al Rione Sanità, stavo per piangere. Non sapevo cosa vedere prima, mi fiondai comunque nello stanzone che si vede già dalla porta d'ingresso... e pensavo "Qui Totò ci ha vissuto i primi anni della sua vita", e poi il mio sguardo si posò sulla porta della stanza da letto, "Qui è nato Totò"... avevo il cuore dolce, sentivo dalla casa i rumori della strada, la voce del fruttivendolo che gridava... le stesse voci le avrà sentite Totò, non erano queste, erano altre, ma a Napoli sono secoli che si urla per vendere! Questi vicoli sono una grande scuola, un capitolo di storia che la scuola non potrà mai insegnare, e nessun professore può, se non ha vissuto, raccontare!
Da dentro la casa, si sente il rumore di qualcuno che sta scendendo le scale, il rumore si fa sempre più forte... Totò quelle scale le faceva di corsa, con la sua fretta di esplorare il mondo, di vivere intensamente ogni minuto di quello che era un paese dei balocchi distrutto dalla guerra della vita!
Ecco... un Pinocchio che scappa da Geppetto e si riversa per le strade, ogni cosa è nuova, ad ogni cosa da un nome, guarda le persone, ne studia i gesti, la mimina... tutto è scuola, tutto è musica, tutto è teatro per Totò, ma quel teatro che lui vedeva sarà solo un capitolo di quello che poi è stato IL TEATRO DI TOTO', e quindi poi IL CINEMA e LA TELEVISIONE!
Totò... un Principe cresciuto nei vicoli... una favola bella e amara allo stesso momento, che induce a molte riflessioni, pensieri "umanistici", verbi leali e voci antiche come nuove. Totò era ed è un Principe, che di sera, davanti allo specchio, insegue il suo sogno: diventare un GRANDE ATTORE!

Ottavio Buonomo
 
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Fabrik83
view post Posted on 18/7/2007, 17:02




Ottavio, complimenti.
Hai sctitto un articolo che fa emozionare, che fa sentire l'atmosfera dei luoghi che descrivi, che fa immedesimare nel piccolo Antonio che scopre il mondo da quelle due piccole stanze affacciate al Rione Sanità.
 
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carmen
view post Posted on 18/7/2007, 17:06




Da esperto quale evidentemente sei e non semplice adepto della setta Totò, devo chiederti cosa pensi della sua insistenzaad entrare nella nobiltà di primo grado, in contrasto con il massimalismo, anche se lirico, ma parificatore de " 'a livella".
 
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Pamabu
view post Posted on 18/7/2007, 18:05




Che differenza c'è tra "'A livella" e il "Principe Antonio De Curtis"? Niente, perchè Totò era Principe ma era soprattutto Totò, ed infatti lui spesso ripeteva che il Principe è mantenuto da Totò, ma rare volte con una cattiveria tutta teatrale, in realtà Antonio De Curtis amava la sua creatura, e sentiva che era amata dal pubblico, forse che i critici parlassero bene raramente dei suoi film dispiaceva più al Principe (perchè una sua creatura era stata maltrattata) che a Totò.
Ne "'A livella" ritrovo il Principe Totò, perchè De Curtis era umano!
Pasolini disse "Totò era un Principe, ma di come non se ne trovano. Una volta andammo a mangiare, e lasciò diecimila lire di mancia ad un cameriere. Questo un nobile non l'avrebbe mai fatto, di solito i nobili sono tirchi". Totò però era un nobile che non era nato in un castello fatato con sotto un ruscello e la statua di una donna dalla quale sgorgava acqua pura... Totò era un nobile nato e cresciuto nei vicoli, aveva involontariamente scritto per se stesso la favola de "Il principe e il povero". E i suoi primi anni di vita nei vicoli fino all'adolescenza, hanno fatto maturare in Totò una umanità straordinaria, una luce in quegli occhi che rappresentavano Napoli e la napoletanità. Totò era nobile, ma era anche napoletano. Totò era nobile, ma era anche attore. Totò era nobile, ma era anche un poeta. Strano... perchè un re avrebbe detto "Lo Stato sono io", oppure "Non conosco il popolo" o ancora "Io sono il re, punto e basta"... Totò questo non lo ha mai detto, perchè non aveva bisogno di dimostrare a sè stesso di essere un principe, ma ogni volta che si è espresso in vita sua, l'ha fatto in favore di chi amava, di chi voleva proteggere, di quelle persone che come lui avevano patito delle pene nella vita. I nobili non distinguono gli uomini e i caporali, perchè le persone che incontrano sembrano poi tutte uguali, ma Totò esplorava la gente con gli occhi di un intellettuale vero che non apparteneva a nessun colore, con l'animo e la discrezione di un vero nobile, e con la fantasia e l'intelligenza del grande attore quale era. Perciò: "'A livella": il Principe e Totò si incontrano, ma hanno nomi diversi... secondo me, il senso della livella è questo, la riappacificazione del Principe con Totò che parte da quest'ultimo... una stretta di mano arrivata troppo tardi, ma mai troppo tardi per poterla comunicare al mondo... in versi... come si sarebbe espresso un Principe, come si sarebbe espresso un Comico... come si sarebbe espresso dunque Totò!
 
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carmen
view post Posted on 18/7/2007, 18:41




Interessante. Forse è vero che esistono troppe mistificazioni dell'essenza della vera nobiltà e non sappiamo riconoscerla quando l'abbiamo davanti. Anche su una certa "napoletanità" ci sono troppi equivoci, forse è scompara con lui e quelli come lui.
 
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Pamabu
view post Posted on 18/7/2007, 18:50




Sulla "napoletanità" e sull'essere napoletano ci sarebbe tanto da parlare... non è vero che i "napoletani veraci" sono scomparsi, perchè posso assicurarti, che Napoli è una città che insegna tantissimo. Quando un bambino nasce a Napoli non è solo un bambino, è un napoletano, e ho detto tutto!
Penso che Napoli sia una città ricca di talenti, di gente d'amore, di persone che non si fanno pagare per perle di filosofia dedicate a chi ama ed anche a chi odia (in segno di pace). Io sono napoletano da quando sono nato, e penso che, già seguendo Miti e Grandi Napoletani come Totò ed altri artisti, tra i quali poeti, attori, registi, pittori, scrittori, io possa aver ereditato da loro alcune parabole che non hanno niente a che vedere con la religione (tranne in casi rari), ma che aiutano a vivere, e "sfidare" senza armi un mondo che mette sempre alla prova. I veri napoletani, come i veri nobili, esistono... proprio stamattina mi sono immerso nell'affollatissima Via Chiaia, tra alcuni vicoli sui quali c'è impressa la storia di una città che ha sofferto, è stata presa in giro ed è stata anche venduta, però i napoletani non hanno mai ceduto. Totò amava Napoli perchè era uno dei suoi figli, e quando abitava a Roma, spesso sentiva la nostalgia di inoltrarsi nei vicoli della Sanità, di respirare l'aria di quel suo mare... soprattutto negli ultimi anni di vita, soffrita molto la lontananza da Napoli, del suo mare, ma non poteva venirci sempre, quindi capitava che si facesse accompagnare da Cafiero a Ostia, vicino al mare, di notte... si consolava dicendo "Sempre mare è...". Se ti bagni nel mare di Napoli senti addosso uno strano brivido che ti corre lungo tutto il corpo... è Partenope, una bella sirena, che ti ha benedetto con la sua acqua... chella d'o mare!
I napoletani ci sono, i veri napoletani ci sono, e i difetti ce li ha ogni popolazione ed ogni città... Oscar Wilde diceva che nelle persone si amano più i difetti, e tutto sommato non aveva torto, tante volte ci innamoriamo dei difetti, e dopo quelli cominciamo ad amare i pregi!
Napoli entra nel cuore, come il calore di tutti i napoletani... napoletani come Totò!
 
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IL CARTERACCIO -The Original-
view post Posted on 18/7/2007, 20:08




Ragazzi mi sono emozionato anche io nel leggere questo strepitoso topic.
Grazie di cuore.
 
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carmen
view post Posted on 19/7/2007, 14:15




Non credo si sappia molto dei veri napoletani. E fuori da Napoli essi sembrano cambiare.
 
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view post Posted on 16/11/2010, 17:37
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Comandante

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Totò oltre ad essere il principe De Curtis era soprattutto principe nel cuore
 
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