| Tutti sanno (almeno coloro interessati al mondo di Totò) che il Principe Antonio De Curtis, figlio di Anna Clemente e del marchese Giuseppe De Curtis, nacque in una casetta al primo piano di Via Santa Maria Antesecula n.107. Una casa che ho avuto il piacere di vedere due volte, di entrarci, di respirare l'aria di una Napoli che forse non c'è più, o che vive o sopravvive solo in alcune zone. Totò nacque in una Napoli che sospirava, nello stesso anno in cui fu scritto anche un capolavoro come "'O sole mio" (la leggenda della canzone vuole sia stata scritta dagli autori non a Napoli). Finiva l'Ottocento, e il mondo stava per vivere l'alba di un grande secolo: un secolo di guerre che hanno fatto tante vittime, un secolo di artisti e di talenti non sempre onorati come si deve, un secolo di scoperte, di uomini sulla luna, di film brutti e parodie belle di film brutti! Il Novecento fu il secondo del boom economico, ma anche della fame. La fame ancestrale, la fame triste, la fame che era veramente fame, praticamente la fama di Totò, vissuta però sempre con orgoglio e con onestà. Non si sa se Totò nacque piangendo o nacque ridendo, sta di fatto che per la madre Anna, il figlio fu una punta d'orgoglio, lei aveva appena sedici anni, e il piccolo Antonio la poteva legare ancora di più al marchese De Curtis, bello si, ma non ricchissimo! Sicuramente Anna voleva farsi sposare, e forse non le bastavano gli appuntamenti di passione, che facevano intristire il povero Totò. La madre, capitava, che di sera si preparasse per andare dal Marchese De Curtis, e lasciava Totò in quella casetta con due stanze, nemmeno tanto grandi, ma che sembravano enormi se paradossalmente, erano abitate da Totò in compagnia della solitudine. Con Totò, però rimaneva spesso nonna Teresa! Ma la mamma è la mamma! Liliana De Curtis racconta molto bene nel suo libro "Totò, femmene e malefemmene", il rapporto del piccolo Antonio con sua madre Anna, chiamata da tutti Nannina (piccola Anna). Nelle parole di Liliana troviamo un Totò pieno di buona volontà, con tanta voglia di guadagnarsi da vivere con una cosa che gli riusciva bene: recitare! Totò diceva sempre a sua madre "Me piace 'o teatro", la madre non lo capiù dalle prime "recite casalinghe", ma passò qualche anno prima che la signora Clemente (che avrebbe poi sposato De Curtis), credesse veramente nelle potenzialità di quel figlio tanto diverso dagli altri ragazzini della Sanità. Totò era un bambino d'amore, non si vergognava di essere nato povero, ma sognava un futuro diverso, ma voleva guadagnarselo! Guadagnò fama, ricchezza e successo grazie non solo alla sua arte immensa, ma anche grazie alla sua forza. Non era il tipo che si arrendeva subito, e così faceva anche da bambino. Che bambino era Totò? Giocava anche lui? Certo, giocava come giocano tutti i bambini del mondo... era pieno di creatività, si improvvisava impresario di pompe funebre per animali, si metteva a dir messa nella camera da letto della sua casa alla Sanità, si fidanzava con tutte le ragazzine del quartiere... teneva molto alla cura della persona. Era un Principe... una volta la madre disse "Antò tieni il sangue blu", lui si fece un graffietto per far fuoriuscire una goccia di sangue, e disse prontamente alla madre "Non preoccuoparti, vedi? Il mio sangue non è blu". In realtà Totò era un Principe, ma non come tutti gli altri, era il "Principe Buono" e generoso amato da molti, infatti, e memoria d'uomo, Totò non ha mai negato un favore a nessuno, ed è stato sempre dalla parte dei puù deboli.. del resto, la vita e le esperienze insegnano! Mai però fargli un torto, uno sgardo o offenderlo... ma giusto così! Quando entrai nella casa al Rione Sanità, stavo per piangere. Non sapevo cosa vedere prima, mi fiondai comunque nello stanzone che si vede già dalla porta d'ingresso... e pensavo "Qui Totò ci ha vissuto i primi anni della sua vita", e poi il mio sguardo si posò sulla porta della stanza da letto, "Qui è nato Totò"... avevo il cuore dolce, sentivo dalla casa i rumori della strada, la voce del fruttivendolo che gridava... le stesse voci le avrà sentite Totò, non erano queste, erano altre, ma a Napoli sono secoli che si urla per vendere! Questi vicoli sono una grande scuola, un capitolo di storia che la scuola non potrà mai insegnare, e nessun professore può, se non ha vissuto, raccontare! Da dentro la casa, si sente il rumore di qualcuno che sta scendendo le scale, il rumore si fa sempre più forte... Totò quelle scale le faceva di corsa, con la sua fretta di esplorare il mondo, di vivere intensamente ogni minuto di quello che era un paese dei balocchi distrutto dalla guerra della vita! Ecco... un Pinocchio che scappa da Geppetto e si riversa per le strade, ogni cosa è nuova, ad ogni cosa da un nome, guarda le persone, ne studia i gesti, la mimina... tutto è scuola, tutto è musica, tutto è teatro per Totò, ma quel teatro che lui vedeva sarà solo un capitolo di quello che poi è stato IL TEATRO DI TOTO', e quindi poi IL CINEMA e LA TELEVISIONE! Totò... un Principe cresciuto nei vicoli... una favola bella e amara allo stesso momento, che induce a molte riflessioni, pensieri "umanistici", verbi leali e voci antiche come nuove. Totò era ed è un Principe, che di sera, davanti allo specchio, insegue il suo sogno: diventare un GRANDE ATTORE!
Ottavio Buonomo
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